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Il Metodo Vittoz: una proposta per ciò che stiamo vivendo

Marzo 16, 2020
Lavare le mani secondo il metodo Vittoz

Photo by Nathan Dumlao on Unsplash

Nei giorni attuali, in cui è in vigore la direttiva che limita fortemente le possibilità di uscire dalla propria abitazione, possiamo approfittare dello spazio domestico per sperimentare il Metodo Vittoz in  alcuni gesti abituali, secondo le indicazioni del fondatore che affermava “Il Metodo non è una teoria ma una pratica”.

La parola chiave è sentire, cioè accogliere la sensazione. La sensazione va accolta. La stessa fisiologia della sensazione ci aiuta a capire cosa significa accoglienza: lo stimolo sensoriale tocca il corpo e, attraverso la fibra nervosa , ascende fino alla corteccia cerebrale ove viene elaborato. Noi non interveniamo in questo processo. La sensazione infatti  ha  una  evoluzione propria.

Preso atto di questo meccanismo, ciò ci consentirà di coltivare un atteggiamento ricettivo: esso è apertura disponibile alla sensazione del momento, senza l’anticipazione del pensiero. La nostra mente infatti è impegnata solo nella elaborazione del dato sensoriale, che sarà immagazzinato come patrimonio personale. Il  sentire è sempre una esperienza che arricchisce la nostra individualità e supporta la nostra creatività.

Mettiamoci al lavoro! 

L’obiettivo dei suggerimenti seguenti è rendere la nostra apertura la più consapevole possibile, per poter sperimentare i frutti dell’atteggiamento ricettivo così ottenuto.

I suggerimenti sono semplici poiché sentire è un atto semplice, che ci pone a contatto diretto con la realtà sensoriale del momento.

Laviamo le mani. 

E’ un gesto che eseguiamo  frequentemente e per questo motivo diventa  una ottima occasione per sperimentare l’atto consapevole.

L’atto consapevole è un atto sentito e non pensato. E’ un atto preciso, preferibilmente breve. E’ un atto vissuto nelle sensazioni che lo animano. Come detto precedentemente, le sensazioni non vanno cercate, ma accolte così come esse si sviluppano.

  1. Apriamo il rubinetto dell’acqua, sentendo la forza della mano impegnata in questo gesto. 
  2. Preleviamo un po’ di sapone. 
  3. Lasciamo scorrere l’acqua nelle mani e accogliamo la sensazione dell’acqua e la sua temperatura. 
  4. Iniziamo a lavare le mani e sentiamo il gioco articolare delle dita.  
  5. Guardiamo le  nostre mani e il lavandino, senza soffermarci sui dettagli, ma con uno sguardo di insieme. 
  6. Ascoltiamo i rumori che giungono alle orecchie.
  7. Sentiamo la posizione del corpo e il sostegno offerto dal suolo al nostro peso.
  8. Chiudiamo il rubinetto, prendiamo un asciugamano e iniziamo ad asciugare le mani. Prendiamo coscienza della nuova postura fisica.
  9. Sentiamo il contatto della tela con le mani, prendiamo ancora coscienza dell’articolazione delle  dita e dei polsi. 

Ogni atto consapevole rivela una ricchezza che può stupire.

In un secondo tempo proviamo a ripetere lo stesso atto senza preoccuparci dei suggerimenti dati, ma rimaniamo semplicemente presenti alle sensazioni che si sviluppano, aprendoci ad esse senza alcun sforzo. 

Le sensazioni sono sempre  presenti e animano ogni istante. A noi è richiesta solo la disponibilità a viverle, ad accoglierle senza impegno, con una atteggiamento di apertura che, forse, non ci è familiare ma si può acquisire.  

Vi ricordo che la guida di un formatore è necessaria affinché l’atteggiamento ricettivo sia corretto e senza tensioni. Comunque voi stessi, in autonomia, potete già fare e ripetere questa esperienza utile. 

Come diceva Vittoz: “Almeno provate”.

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