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L’anarchia dei pensieri

Maggio 4, 2022
L'anarchia dei pensieri

Una esigenza diffusa è quella di porre un freno ai pensieri invadenti.

Essi rappresentano un problema sempre più urgente, che genera sofferenza. L’ingorgo mentale incide con forza sulla qualità della nostra esistenza, ci allontana dal momento presente e ci fa sentire disarmati, impotenti.
Quando la nostra mente è in piena anarchia, la vita sembra scorrere parallelamente a noi. Ciò ci amareggia.

Come riprendere le redini della nostra mente? Esistono strategie possibili?

Una tentazione è il controllo dei pensieri con pensieri contrari. Ma così facendo, rimarremo sempre nel circuito mentale.
Cosa ci insegna il dott Vittoz?
Al “Controllo delle idee” egli dedicò un capitolo del suo testo. Egli fondò tutta la sua proposta di cura sulla ricettività, cioè sulla accoglienza sensoriale.
Solo la sensazione vissuta consapevolmente costituisce una battuta di arresto al pensiero.

Riguardo alle idee, cosa leggiamo?
Condizione fondamentale per il controllo delle idee è che l’idea debba essere cosciente, cioè conosciuta.
Non si può controllare qualcosa senza averne una conoscenza corretta.
Nel capitolo si legge che i pensieri (o idee) devono essere innanzitutto “formulati in modo esatto” ricorrendo eventualmente alla loro scrittura.
Ciò è necessario perché la persona “possa arrivare alla conoscenza di sé e di ciò che è buono o nocivo nel suo cervello”.

Il metodo di lavoro sulle idee, esposto dal dott Vittoz è una vera pedagogia, nata dall’incontro con tanti malati, da lui definiti sinteticamente “nervosi”.
Come si inserisce in tutto ciò la ricettività sensoriale? La formulazione di un pensiero ha bisogno della nostra presenza, non solo mentale ma anche fisica.
Ha bisogno di un corpo sentito nella sua totalità, perché solo la presenza a se stessi, radicata nelle sensazioni del presente, può aiutarci a guidare e a sostenere l’attività mentale, soprattutto se faticosa.


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Photo by Ben White on Unsplash

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