Abbiamo imparato a posarci anzi a ri-posarci, grazie al contatto del corpo con i punti di appoggio che ci permettono di scaricare il nostro peso, anche in piccola parte. Mi preme sottolineare che ciò che conta nel Metodo Vittoz non è la realizzazione impeccabile delle esperienze proposte, bensì la sperimentazione quotidiana di atteggiamenti nuovi, percorrendo a piccoli passi un cammino che dispiegherà la sua saggezza ad ogni tappa e ci arricchirà di scoperte utili per la nostra vita.
“Almeno provate” insisteva il dott Vittoz con i suoi pazienti.
Proviamo ora a guidare il nostro corpo verso uno stato di distensione fisica e di calma. Verificheremo che il risultato puramente fisico si riflette anche ad altri livelli. Capiremo soprattutto che la calma è una esperienza reale e possibile, nel momento scelto.
SEDUTI, accogliamo il contatto del corpo con i punti di appoggio (i piedi appoggiano al suolo, la schiena allo schienale e la seduta prende contatto con la orizzontalità della sedia). Le ginocchia sono piegate e le braccia posate in modo confortevole. Gli occhi sono chiusi (per evitare distrazioni visive).
E’ importante che la nostra attenzione sia occupata solo dalle sensazioni corporee che si susseguono.
PROCEDIAMO con ordine, accogliendo le sensazioni così come le percepiamo. Se subentra una distrazione o un pensiero, riconduciamo la nostra attenzione alle sensazioni fisiche.
SCENDIAMO NEL CORPO – Soprattutto procediamo con semplicità, senza mai forzare l’accoglienza della sensazione.
SENTIAMO
SENTIAMO
SENTIAMO
SENTIAMO
SENTIAMO
ACCOGLIAMO
la globalità del nostro corpo, con uno sguardo sensoriale, che percorre l’interno del corpo.
RIMANIAMO
presenti al nostro corpo
RESPIRIAMO
senza forzare, seguendo semplicemente il percorso dell’aria, che entra dalle narici e fuoriesce da esse e dalle labbra socchiuse.
PROLUNGHIAMO
per qualche istante, la presenza a noi stessi senza forzare.
APRIAMO
lentamente gli occhi, per metterci in contatto con l’ambiente esterno
ACCOGLIAMO
i rumori presenti
PRENDIAMO ATTO
di come ci sentiamo nel momento presente: lo stato finale, che abbiamo ottenuto con l’esercizio proposto, è il nostro qui e ora.
R.Vittoz
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